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Trento, 16 novembre 2009
Ordine del giorno sugli atti vandalici accaduti a Trento
il 7 novembre ad opera di anarchici

Intervento per dichiarazione di voto di Lucia Coppola
consigliere comunale dei Verdi e democratici per Trento

Desidero, da pacifista quale sono,  in via preliminare esprimere  il mio più totale dissenso e condanna nei confronti degli atti vandalici e della violenza gratuita esercitata il giorno 7 novembre dai sedicenti anarchici. Atti che non possono essere giustificati da niente e men che meno dagli ideali e dai valori di libertà, solidarietà e cooperazione che storicamente il movimento anarchico proclamava come fondanti del proprio pensiero, un pensiero culturale ed etico prima ancora che politico.

Riguardo all’ordine del giorno oggi in discussione, urge una premessa stilistica e metodologica. Perché in un ordine del giorno ci aspetteremmo, per l’appunto, ordine, ordine logico, fattuale, argomentativo e infine politico. Non comprendo dunque, se non come  strumentale ad altri obiettivi o come proclamazione di propaganda il mescolare in un minestrone indifferenziato il G8 di Genova, il C.S. Bruno, la manifestazione violenta dei sedicenti anarchici di sabato 7 novembre.

Iniziamo quindi dalla cronaca, da tutti verificabile, del G8: 200, 250 Black-Block, molti dei quali stranieri, indisturbati dalle forze dell’ordine, carabinieri, polizia mettono a sacco la città di Genova. 300.000 manifestanti pacifici, anziani, disabili, famiglie con bambini  vengono caricati e malmenati, addirittura torturati nella caserma Diaz e nella scuola di Bolzaneto, tristemente nota un giovane, Carlo Giuliani, viene ucciso da un colpo di pistola e poi schiacciato dalle ruote delle camionetta da cui è partito il colpo mortale. L’altro disgraziato giovane carabiniere, Flacanica, dichiara al processo che ha sparato in preda al panico, poiché i colleghi poliziotti presenti non sono intervenuti per evitare l’isolamento e di conseguenza l’accerchiamento da parte dei dimostranti. Una vittima, in qualche modo, anche lui, congedato per gravi problemi psicologici con un assegno di 800 euro al mese e la depressione; non ha più trovato lavoro. Due giovani vite spezzate. Per le violenze alla caserma Diaz e alla scuola di Bolzaneto, le false prove costruite contro i dimostranti, le false dichiarazioni, sono stati condannati 6 funzionari delle forze dell’ordine. Mi chiedo, cosa c’entra tutto questo con i fatti accaduti a Trento?

E arriviamo al centro sociale Bruno. Sono anni che periodicamente la questione ritorna in svariate forme in quest’aula, ricordiamo la palazzina Liberty, l’Hotel Mayer, l’ex Dogana.

Ho avuto modo in più occasioni di prendere posizione sul diritto dei giovani ad avere luoghi di aggregazione autogestiti; di sperimentare ed esprimere forme di pensiero, di vita, di cultura diversi, innovativi, di critica e di alternativa, di proposte. Per qualsiasi istituzione, forza politica, opinione organizzata sarebbe errore grave, e causa di più gravi errori, confinare ai margini i giovani, il dissenso, la sperimentazione. Il C.S. Bruno pratica molte iniziative, concerti,  dibattiti, rassegne cinematografiche, giornate a tema, incontri con autori, eventi culturali di ottima levatura e pregevoli contenuti. Si occupa  e approfondisce il tema dei diritti e quello dell’ambiente. Convengo sul fatto che la situazione debba esser risolta, sanata. Che si riconosca il valore sociale e culturale del C.S. Bruno e lo si doti di sede e mezzi adeguati all’impegno profuso in questi anni. Così come avviene in tutte le città e capitali in Italia e in Europa.

Veniamo quindi agli incresciosi fatti del 7 novembre, ricordando ancora una volta che secondo il nostro ordinamento la responsabilità penale è personale e spetta a magistratura e forze dell’ordine individuare e sanzionare azioni contrarie alla legge; che la gestione dell’ordine pubblico è competenza del questore, del Commissario del Governo, del Comitato per l’ordine pubblico. L’unica cosa, credo, che quest’aula potrebbe deliberare, sarebbe di delimitare una zona di interesse architettonico, storico, artistico negata a qualsiasi, ripeto qualsiasi manifestazione pubblica, senza discriminazioni che sarebbero incostituzionali.

A margine, se questo mio appello può raggiungere alcuno dei protagonisti della manifestazione del 7 novembre, vorrei dir loro: mi piacerebbe incontravi, discutere con voi, capire questa sorta di afasia e incomunicabilità che spesso sfocia in atti violenti e in atteggiamenti aggressivi, che vi rende sconosciuti e in qualche modo “nemici” di questa città.

Per quel che ne so dagli studi della gioventù, tradizionalmente gli anarchici sono orgogliosamente  individualisti, hanno sempre rivendicato personalmente i loro atti, giusti o sbagliati che fossero. Hanno spesso creduto più nella parola, nella predicazione che nell’azione. Molti erano non violenti, a cominciare da quella nobile figura di anarchico cristiano che fu Leone Tolstoj.

Necessariamente la legge dovrà compiere il suo lavoro,  individuare  responsabilità, sanzionare, punire. Penso però che ad ogni azione punitiva ne debba corrispondere una riabilitativa, soprattutto se si tratta di giovani. Credo perciò che, a bocce ferme, il C.S. Bruno potrebbe organizzare un incontro con quelli fra loro che hanno ancora voglia di farsi capire e dialogare. Se anche con uno solo riuscissimo ad avere uno scambio di idee sarebbe un buon risultato e ne sarebbe valsa la pena perché a nessuna città può servire avere al proprio interno fasce incontrollate di emarginazione, esclusione e dissenso come quello espresso con le modalità che abbiamo purtroppo conosciuto.

Per le motivazioni che ho addotto, pur  mantenendo ferma la mia condanna, non darò il mio voto favorevole a questo ordine del giorno.

 Lucia Coppola
consigliere comunale dei Verdi e democratici per Trento

 

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